In questo articolo scoprirete la forte connessione che esiste quando parliamo di sostenibilità e dello yoga.
La sostenibilità è un tema che fino a pochi decenni fa ignoravamo allegramente ed è diventato oggi un argomento di primaria importanza, affascinante e delicato allo stesso tempo.
Riconduciamo involontariamente il tema “sostenibilità” sempre al discorso “ambiente e natura”, dimenticandoci che questo termine è adottato anche in materia economica e sociale. (Per questo ti invito a dare un’occhiata a questo mio precedente articolo: Il vero significato della parola sostenibilità).
Ma quando parliamo di sostenibilità intendiamo inevitabilmente un unico insieme di simbologie e valori che risulta difficile spiegare solo attraverso una definizione specifica e razionale.
Cosa significa avere uno “stile di vita sostenibile”?
Adottare uno stile di vita sostenibile significa, secondo me, avere Consapevolezza di ciò che siamo e di cosa ci circonda. Questo può sembrare banale o di poca sostanza, ma credo vivamente che per poter essere a tutti gli effetti sostenibili dobbiamo riflettere attentamente sui reali bisogni che avvertiamo. L’azione del “riflettere” non è scontata in una società come quella in cui viviamo, dove il ruolo che ricopriamo per più ore al giorno è quello del “consumatore”. (Scopri perchè dovresti smettere di acquistare per evitare gli impatti sulla Terra).
Volendo utilizzare la definizione più corretta, con il termine “sostenibilità” s’intende l’uso scrupoloso delle risorse per poter soddisfare i bisogni delle generazioni attuali ma con lungimiranza, in modo da soddisfare allo stesso modo i bisogni delle generazioni future.
E allora il quesito che pongo è questo: uno stile di vita non sostenibile può andare incontro a questo bisogno generazionale? Può mai essere la via giusta quella di non curarci di ciò che ci circonda e vivere la vita soddisfacendo sempre bisogni indotti e non reali?
Secondo me no.
È per questo che credo fermamente nell’equilibrio, nei valori della consapevolezza, nella concretezza e nel contatto con la natura. In questa modalità credo nello stile di vita sostenibile e mi impegno per raggiungerlo e mantenerlo.
Lo yoga per raggiungere la sostenibilità
Lo yoga è una disciplina che tutti conoscono, affascinante e millenaria.
Secondo la mia esperienza, la virtù dello yoga è quella di incrementare la consapevolezza interiore di chi pratica, connettendo il corpo con il mondo esterno e avvicinando lo spirito all’essenzialità della vita. Lo yoga riesce in questa impresa “sovrannaturale” in quanto è una disciplina che permette di intraprendere un percorso veramente introspettivo con sé stessi.
Per questo tengo a sottolineare quanto la sostenibilità e lo yoga si compenetrino fra loro e, anche se agli occhi dei più potrebbe non essere così, credo invece che questi due mondi si appartengano. L’appartenenza dell’uno all’altra è spiegata dal verbo “riflettere”: lo yoga favorisce la riflessione e la sostenibilità si nutre di essa per esistere.
Per poter eseguire una pratica a tutti gli effetti consapevole, l’ideale è trovarsi in un luogo aperto, magari immersi nella natura per poter affondare meglio i propri pensieri e sentire solamente il lento vibrare del proprio respiro.
NatMat26: start up che concilia la Sostenibilità e lo Yoga
La mia ultima e piacevolissima scoperta in tema Yoga e Sostenibilità è stata quella di NatMat26, una start-up italiana che ha deciso di creare una linea di prodotti specializzati per la disciplina dello yoga. Si tratta di un’azienda che offre solamente prodotti accuratamente selezionati e performanti.
Tutto nasce dalla consapevolezza dei due fondatori Gabriele e Ilaria. È infatti praticando lo Iyengar yoga che Gabriele si rende conto di tutta la plastica che componeva gli oggetti che usava durante la disciplina e di come incredibilmente tutto questo si discostava dalla sostenibilità che voleva raggiungere come stile di vita!
Le parole di Gabriele si fondono con il mio pensiero e qui ve le riporto: ”abbiamo realmente bisogno di inquinare il nostro pianeta per svolgere una disciplina finalizzata all’equilibrio del nostro corpo, anima, spirito?”.
Da recenti ricerche di mercato si è evidenziato come il settore dello Yoga è in continua espansione.
Dal sito MarketsandMarkets.com si evince che ad oggi il giro d’affari della disciplina in questione ammonta a 11,7 miliardi di dollari e si prevede che entro il 2026 il settore crescerà raggiungendo 15,2 miliardi di dollari. Cifre da capogiro! Ad accompagnare questa crescita vi è anche un’attenzione maggiore per la sostenibilità dei materiali che vengono utilizzati. Infatti, materiali come gomma naturale, juta e cotone sono molto attenzionati nei prodotti dello yoga, soprattutto in Europa e Nord America.
Il cotone è davvero sostenibile?
Una puntualizzazione merita il cotone: non è così ecologico come sembra. Infatti, anche se la sua fonte è di origine naturale, la sua lavorazione impiega ingenti quantità di acqua e viene molto trattato in fase di coltivazione. È responsabile del 20% dei pesticidi usati a livello mondiale! Questo ha degli inevitabili impatti sull’ambiente e non solo: se i lavoratori non sono adeguatamente protetti subiscono dei gravi danni alla propria salute.
In questi anni e soprattutto a causa della pandemia da SARS-CoV-2 i materiali in assoluto più utilizzati sono stati e sono tutt’ora il cloruro di polivinile (PVC), l’elastomero termoplastico (TPE) e il poliuretano (PU). Materiali ecologici ed eco-friendly? No.
Questo non deve allarmare i cultori dello yoga sano ed ecologico!
La fetta di mercato per lo yoga sostenibile è pronto ad accogliere le aziende che decidono di sperimentarsi in questo settore innovativo e importante.
Fra le aziende italiane, ecco allora che si posiziona Natmat26.
Non è un caso che il logo scelto dall’azienda sia un piccolo fiore di cotone. La differenza fra cotone e cotone organico è metafora della differenza tra la sostenibilità disinformata e la sostenibilità consapevole. Il cotone organico è a favore dell’ambiente. Non vengono usate sostanze pericolose, i lavoratori sono tutelati, il terreno ne giova per un inquinamento delle acque del 98% in meno rispetto al cotone tradizionale. Proporre il cotone generico come sostenibile è prova di scarsa informazione.
Lo scopo di Natmat26 è quello di commerciare oggetti per lo yoga (tappetini, cuscini, blocchetti, cinture) esclusivamente utilizzando materiali 100% ecologici e 100% non inquinanti.
Per fare questo, Gabriele e Ilaria hanno deciso di rivolgersi solo a fornitori che oltre ad essere idonei e rispondere ai requisiti ambientali per la fase di produzione, lavorano utilizzando un metodo artigianale e Made in Italy. Eccoci dinnanzi ad una sostenibilità ambientale e sociale.
Appassionati allo yoga, se mi state leggendo, qui scoprirete il mondo di NatMat26:
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