Vi ricordate le battaglie per ridurre l’allargamento del buco dell’ozono? Fu in quell’occasione che comprendemmo tutti per la prima volta come l’ambiente poteva essere suscettibile al cambiamento a causa delle buone e delle cattive abitudini dei cittadini e dei consumatori e comprendiamo oggi, quanto il Il futuro del Pianeta è sempre più in mano ai giovani.
Questo apprendimento è stato cruciale per avviare una coscienza collettiva più proattiva sullo stato di salute del nostro Pianeta che sempre più ha travalicato i confini della comunità scientifica fino ad arrivare a influenzare le strategie e le agende delle istituzioni e delle aziende.
Per trasformare la salvaguardia del clima e la salute della Terra in una priorità globale ci sono voluti però l’attivismo e l’ottimismo dei più giovani di questi ultimi anni.
I dati pubblicati dal rapporto dell’Osservatorio Giovani, progetto dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, mostrano come sempre di più le nuove generazioni tengano conto della sostenibilità ambientale, nelle loro scelte di consumo e di lavoro. La Generazione Z è la più attenta ai cambiamenti climatici e molti tra i migliori talenti propendono per lavorare in imprese anche minori, ma dall’alto impatto sociale. Così anche le grandi imprese hanno cominciato a guardare al proprio impatto ambientale, nonché a quello sociale, non solo in ottica di miglioramento delle performance delle vendite dei propri servizi o prodotti, ma anche per attirare nuove leve nel proprio organico, consolidando così una collaborazione più stretta ed energica tra bisogni del pianeta e bisogno di lavoro.
Trasformare questa energia positiva in un agente di cambiamento capace di inserire molteplici azioni in difesa dell’ambiente su scala globale può rappresentare un’occasione imperdibile che, oltre a generare nuova e diversa ricchezza, aiuterà a stabilire un nuovo rapporto tra impresa e ambiente. Un cambiamento che è già in atto e che va di pari passo con la nuova coscienza che si sta rapidamente divulgandosi proprio tra le nuove e nuovissime generazioni.
Ma come farlo? Trasformare le idee in azioni è considerata una delle 8 competenze chiave dall’Europa, per questo siamo partiti da qui. Trasformare questa spinta propulsiva tra i più giovani incontrandoli a scuola e offrendo loro strumenti e metodi per allenare il loro spirito d’iniziativa può avere effetti di scalabilità futura d’impatto superiore a qualsiasi policy nazionale di transizione ecologica.
In base all’ultimo rapporto dell’International Labour Organization sui lavori “green” (cosiddetti green jobs), pubblicato nel 2021, la transizione dall’era del petrolio a un’economia verde potrebbe generare fino a 60 milioni di nuovi posti di lavoro nell’arco dei prossimi vent’anni. In Italia sono 432 mila le imprese che hanno investito nella green economy creando 3,1 milioni di occupati. (Fonte: Fondazione Symbola e Unioncamere 2019).
La vera sfida ancora in corso è quella di mettere in contatto continuamente le diverse generazioni tra loro per fare conoscere ai più giovani le nuove professioni green che stanno nascendo quale risultato di ibridazioni con job già esistenti e nuove competenze tecniche e trasversali da sviluppare: basti pensare all’avvocato ambientale, all’energy manager o al responsabile di marketing sostenibile o all’agricoltore urbano.
Incontrare durante l’adolescenza nelle scuole imprenditori o manager o policy maker che hanno introiettato l’idea della sostenibilità non solo come riduzione degli effetti negativi ambientali, ma come surplus di valore che creano e che condividono con tutti i soggetti che hanno partecipato all’impresa è una fonte di speranza inestimabile per le società e le comunità che sapranno mettere al centro delle proprie strategie modelli ottimisti di sostenibilità della salute nostra e del nostro Pianeta innovativi e basati su rigore tecnico scientifico.
Dal 2017 Junior Achievement Italia che si appresta a celebrare i 20 anni di attività nel nostro Paese ha avviato diverse iniziative di orientamento e laboratori d’imprenditorialità green tra i giovani e le giovani delle scuole superiori tecniche e i professionisti nonché le professioniste delle imprese della nostra impact community più sostenibili: le recenti challenge on line e le masterclass di Green & Blue con il Gruppo GEDI quelle con BlackRock e Euronext, hanno affiancato il premio Ecopreneur con ABB Italia, il Junior Sustainability Award di Credit Suisse Italia e il movimento delle mini imprese studentesche Green jobs con Fondazione Cariplo e Acri, creando un humus in cui allenare lo sviluppo di futuri climate changers e innovatori.
L’attenzione alle inedite opportunità in tema di lavoro e impresa comincia soprattutto dalla scuola e dai progetti educativi che spingono i ragazzi a pensare “più green” e quindi a essere consapevoli delle sfide che ruotano intorno alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare.
Proprio in questa fase storica basata sulle energie rinnovabili e sull’attenzione all’ambiente, c’è una richiesta sempre maggiore di tutti quei professionisti operanti ed esperti dell’ambito sostenibilità ambientale. Dalla bioedilizia alla biotecnologia delle acque, dal riciclo dei rifiuti all’eco-chef, dal turismo eco-sostenibile all’ingegneria verde, tutte professioni che aprono le porte al lavoro del futuro. La lista potrebbe essere lunghissima.
La grande maggioranza dei giovani riguardo alle scelte della loro vita, presente e futura, assegna un ruolo di rilievo alla possibilità di far coesistere impegno lavorativo e impegno ambientale, ruolo professionale e cittadinanza consapevole.
La salute futura del nostro Pianeta potrebbe essere in buone mani!
Miriam Cresta, CEO JA Italia e Marta Panunzi, Program Manager di JA Italia e blogger di Ecolibrista.